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ESCURSIONE ALLA BASSE DE PELUNA 06/05/2007

Domenica avevamo organizzato di fare una ferrata, il gruppo era lo stesso di Lantosque, si doveva andare sopra Nizza a fare una speleo-ferrata all'nterno di una grotta, ma al momento della partenza, dopo una telefonata, i gestori ci avavano informato che le abbondanti piogge che c'erano state nei giorni passati avavano reso la grotta inaccessibile. Quindi cambio di programma, ci siamo diretti a Brigue (sempre in Francia all'altezza di San Dalmas di Tende nella Valle Roja), per una ferrata classica in parete, al nostro arrivo però le condizioni meteo erano peggiorate, c'era vento e tuonava. Per via dei cavi di ferro e degli appigli sempre in metallo temporali e ferrate non vanno d'accordo, così nuovo cambio di programma. Sopra l'abitato di Briga dovevano essere dei bunker costruiti prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale, e abbiamo deciso di andare a vedere se li trovavamo, visto che nessuno di noi c'era mai stato.

Per arrivarci da Briga si continua a salire seguendo le indicazioni per laBaisse de Peluna, la strada dopo un po' diventa sterrata, non bellissima, ma percorribile anche con una vettura normale. Si arriva a un grosso slargo, da dove parte una strada per la Baisse d'Arpése ma una sbarra chiusa ne impedisce l'accesso. Bisognava andare a piedi. Messi gli scarponi, le lampade e gli zaini con il mangiare e altro ci siamo incamminati. Abbiamo imboccato un sentiero molto largo che ci ha portato alla Baisse de Gèrèon. Camminando abbiamo notato un casamatta proprio su un lato della montagna di fronte a noi. Camminando ancora una ventina di minuti, non più sul sentiero, ma questa volta nel bosco siamo arrivati al fortino.

Il blocco, si può chiamare anche così, presentava esternamente due fori da bocche da dove sparavano i pezzi di artiglieria, ed era ancora tutto perfettamente mimetizzato. All'interno dietro i due locali c'erano le armi, c'era una grande stanza che penso si tenessero le munizioni. Non c'era altro. Doveva essere solamente una postazione di guardia alla sottostante Val Roja, all'altezza di San Dalmas de Tende. Siamo ripartiti dopo aver ammirato il panorama che si godeva da quel punto. La bellissima valle sottostante e il bosco con i suoi mille colori tutto intorno a noi, e bellissime pareti che grazie alle ginestre selvatiche avevano uno splendido color giallo. Abbiamo notato anche nella parete della montagna di fronte a noi anche dei fori che sembravano artificiali, e ci si siamo diretti, la ricerca continuava, ma dopo aver fatto una sosta in un prato per mangiare i panini che c'eravamo portati, erano le 13.00 e la fame iniziava a farsi sentire.

Per arrivare dove ci sembrava di aver visto qualcosa di interessante abbiamo dovuto attraversare un bosco di pini mediterranei che ci impediva la vista e ci ostacolava nell'orientamento, ma la fortuna ci è stata amica, infatti durante le ricerche ci siamo imbattuti in un bunker che era impossibile vedere a occhio nudo. Le due entrate era perfettamente camuffate e ormai ricoperte dalla vegetazione, e parzialmente esplose, comunque questo non ci ha impedito di entrare. Abbiamo acceso le lampade e siamo entrati. Era una struttura diversa da quelle viste di solito, aveva un corridoio centrale che proseguiva in discesa verso valle, per circa 50-60 metri e ai lati c'erano parecchie stanze più o meno grosse. Non aveva nessuna apertura che potesse ospitare pezzi d'artiglieria. A metà il tunnel entrava in uno stanzone che dove c'era ancora il supporto per il generatore dell'aria in caso di attacco nemico con i gas nocivi.All'interno era presente anche una grossa cisterna per l'acqua. Andando oltre si arrivava al'uscita. Non era un bunker per la difesa, ma doveva servire come postazione di comando dove si prendevano le decisioni e si studiavano le tattiche da usare contro il nemico. Cmq non doveva mai essere stato utilizzato perche la struttura non era stata completamente finita. La guerra era iniziata prima della fine dei lavori.

Abbiamo continuato a cercare e finalmente uscendo dal bosco ci siamo trovati su una strada militare che non poteva che portare a quello che avevamo visto in precedenza. Infatti dopo poche centinaia di metri siamo giunti davanti a quello che doveva essere l'ingresso al bunker. La roccia era stata scavata in profondita e poi alla fine era stata fatta la galleria. Abbiamo ripreso le torce e siamo entrati.

Questo blocco senza dubbio non era stato finito, la galleria era ancora grezza, non era rivestita con cemento e intonacata, ma la roccia era a vista, levato in qualche punto dove per via del terreno cedevole avevano rinforzato la volta con del cemento armato. Il tunnel entrava abbastanza in profondità nella montagna, era molto lungo e aveva andamento rettilineo. Si camminava in piano. A metà galleria c'era uno stanzone enorme e molto lungo che si estendeva verso la parete della montagna. Li abbiamo trovato una montagna di scatolette di latta con ancora l'etichette che indicavano il prodotto che contenevano (tonno, pomodoro, manzo). Abbiamo seguito il tunnel che dopo ancora qualche decina di metri e diventato più largo e alto. In quel punto la struttura era finita non c'era più roccia ma era tutto cemento e alla fine c'erano due porte ancora in ottime condizioni. Da lì siamo usciti di nuovo alla luce. Siamo rientrati e questa volta abbiamo preso un altro tunnel che passava più verso la parete della montagna, siamo arrivati ad un altra uscita identica a quella già vista poco prima. Continuando il tunnel siamo entrati nello stanzone che avevamo visto prima e da li abbiamo proseguito oltre, fino ad arrivare ad un altra porta che ci consentiva l'uscita.

Il bunker era molto semplice, aveva due lunghi corridoi uno più all'interno e uno sull'esterno che erano paralleli, erano uniti nella metà da qull'enorme stanzone dove si svolgeva doveva svolgere la vita del blocco, e le aperture che c'erano sul davanti servivano per fare uscire dei pezzi d'artiglieria montati su carrelli,e quando questi non erano utilizzati venivano tenuti all'interno del forte, senza che ci fosse il pericolo che fossero centrati dal fuoco nemico. Grande ingegno, peccato solo che la guerra fosse iniziata e il bunker fosse stato così indietro con i lavori. Siamo usciti e dopo aver fatto un giro nel piazzale davanti all'ingresso siamo tornati alla macchina.

Un uscita nata per fare una ferrata si e trasformata in un escursione interessantissima che ci ha portato a vedere e visitare un posto che nessuno di noi conosceva. Infatti eravamo tutti molto soddisfatti e non avevamo nessun rammarico pernon aver potuto fare la ferrata, l'avremmo fatta un'altra volta.